Tra il Cinquecento e gli inizi del Settecento, in Europa ci fu un rapido progresso delle scienze, che determina l'elaborazione di un nuovo metodo basato sull'osservazione dei fenomeni. Tale evento è indicato con l'espressione ''RIVOLUZIONE SCIENTIFICA''.
I suoi protagonisti più importanti furono Copernico, Brahe, Keplero, Galilei, Bacone, Cartesio e Isaac Newton.
L'Europa del nord, a quei tempi, era in via di sviluppo per i traffici e il commercio.
In alcune città italiane come Pisa, Venezia, Napoli e Padova si imprime un forte impulso alla trasformazione dei quadri concettuali del sapere tradizionale.
Nell'Università di Padova, in cui insegnano Copernico e Galilei, si apprendono le tecniche di dissezione.
Ciò che distingue la scienza moderna da quella degli antichi si basa su due elementi:
- l'osservazione dei fenomeni naturali
- l'applicazione del calcolo matematico
Il primo aspetto che va sottolineato è lo sviluppo della tecnica.
L'invenzione del telescopio, ad esempio, permette per la prima volta di scrutare il cielo, apportando un contributo grande alla conoscenza dell'astronomia.
Il secondo aspetto importante è che la scienza acquista un elevato grado di esattezza, diventando una ''scienza quantitativa'', mentre in precedenza aveva un carattere ''qualitativo''.
La vecchia scienza aristotelica si concentrava sulla qualità dei fenomeni naturali. Ad esempio analizzava il movimento di una pietra che cadeva da una montagna; il ricercatore aristotelico s'interrogava sull'essenza di quella pietra.